In un bosco l'adolescente Nell
Sweetzer (Ashley Bell) è riuscita a scappare da un culto satanico
durante il quale ha dato alla luce un bambino demoniaco. Confusa e
terrorizzata, viene portata in ospedale ma non ricorda niente di quanto
le è occorso tranne che tutta la sua famiglia è morta. Trasferita a
Devreaux, una casa di accoglienza di New Orleans per ragazze sole, cerca
di rimettere insieme i pezzi della sua vita con l'aiuto dello
psicoterapeuta Frank Merle (Muse Watson). Inizia anche a frequentare un
ragazzo di nome Chris (Spencer Treat Clark) e a lavorare in un albergo
locale quando qualcosa dentro di lei torna a non andare per il verso
giusto. Il demone che l'aveva già posseduta non ha intenzione di mollare
la presa e la vuole per sé, in una maniera del tutto diversa da prima.
La macchina da presa amatoriale viene inquadrata
nell’incipit, abbandonata in un prato come a voler esplicitare la presa
di distanza da un linguaggio stracotto. Il punto, però, è che si
utilizzano artifici altrettanto stantii per costruire la paura,
convocando il completo bric-à-brac di consuetudini e stereotipi
dell’ormai saturo filone esorcistico. Spaventi sonori prevedibili con
cinque/sei secondi di anticipo, quadri che cadono, apparizioni
annunciate, radio che entrano in funzione autonomamente, telefoni che
squillano anche con la spina staccata. Tra sonorità in piano e archi e
riflessioni appenna abbozzate sulla veridicità delle immagini web, sullo
schermo scorrono soltanto i fotogrammmi di un triste surrogato.